Opera |
AUTOSTRADA SALERNO REGGIO CALABRIA AMMODERNAMENTO E ADEGUAMENTO AL TIPO 1/B NORME C.N.R. 80 TRONCO 1° TRATTO 2° LOTTO 1° - DAL KM 22+400 AL KM 23+000 SVINCOLO DI BATTIPAGLIA INCLUSO E ASTA DI RACCORDO S.S.18 |
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Committenza | ANAS S.p.a. - Direzione centrale progettazione | |
Mandataria | TECNIS. S.p.A. | |
Mandante | PREVE COSTRUZIONI S.p.A. | |
Mandante | COSTRUZIONI METALLICHE PREFABBRICATE S.p.A. | |
Progettisti individuati |
CORIP S.r.l. SWS ENGINEERING S.p.A. STUDIO TECNICO ING. ROMARO S.r.l. |
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Progettista delle strutture metalliche di impalcato | STUDIO TECNICO ING. ROMARO S.r.l. - Padova | |
PARTE PRIMA | PARTE SECONDA | PARTE TERZA |
IntroduzioneNormativa di riferimentoCaratteristiche dell’operaIl modello ad elementi finitiCodice di calcolo utilizzatoElementi utilizzatiCondizioni di caricoCarichi di natura staticaSpettri di risposta elasticiStorie accelerative utilizzate per l’analisi dinamicaMassa partecipante sismica utilizzataDistribuzione dei vincoli in esercizioCondizione di vincolo ausiliaria durante il montaggio delle travi metallicheCondizione di vincolo durante l’analisi sismica al passoDispositivi antisismici introdotti nella modellazioneDispositivi trasversali dissipatori viscosi ricentranti – Serie OVE, OVE* FIP INDUSTRIALEDispositivi longitudinali dissipatori viscosi – Serie OVE, OVE* FIP INDUSTRIALE |
Tipologie di analisi condotteAnalisi statica per fasi costruttiveCondizioni elementari di caricoDefinizione delle fasi costruttive tramite gruppiRisultati dell'analisi statica per fase costruttiveAnalisi in campo viscoso per le sollecitazioni permanentiAnalisi di validazione e comparazione in campo dinamicoAnalisi non lineare nel dinamico transitorioFrequenze proprie significative in condizioni di esercizioSmorzamento utilizzato per l’analisi dinamica |
Risultati OttenutiReazioni vincolariReazioni vincolari verticali di inviluppo al netto dei carichi permanentiReazioni trasversali di inviluppo per i dispositivi di tipo OVEReazioni longitudinali di inviluppo per i dispositivi di tipo OP-OTPCampo risultante di spostamentoSpostamenti trasversali ottenuti sui dispositivi OVESpostamenti longitudinali ottenuti sui dispositivi OP-OTPCampo risultante di velocitàVelocità trasversali ottenute sui dispositivi OVEVelocità longitudinali ottenute sui dispositivi OP-OTPAndamenti tipici forza-spostamento per dispositivi dissiparoriCurva tipica forza-spostamento per dispositivi longitudinali OP-OTPCurva tipica forza-spostamento per dispositivi trasversali OVEAnimazione nel dinamico transitorio sismico |
Il presente rapporto tecnico descrive le modalità di calcolo ed i relativi risultati ottenuti nell’ambito dell’analisi sismica dell’opera “Viadotto Battipaglia V6”. I seguenti paragrafi illustrano le modalità relative all’impostazione del modello di calcolo ad elementi finiti utilizzato per lo svolgimento dell’analisi unitamente ai risultati ottenuti.
I calcoli di seguito descritti fanno riferimento alla seguente normativa in materia di sismica “Ordinanza 3274 come modificato dall’OPCM 3431 del 3/5/05 - Allegato: Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti”.
Il “Viadotto Battipaglia V6“ è costituito da un impalcato in struttura mista acciaio-cls composto da tre travi longitudinali in acciaio con altezza totale pari a 2140 mm e soletta in c.a. con spessore tipico pari a 300 mm. Lo schema statico longitudinale è quello di una trave continua su tre campate con luci rispettivamente pari a 24.0 m, 41.5 m e 24.0 m. La seguente figura illustra una vista di lato dell’impalcato da cui è anche possibile delineare la suddivisione in conci scelta.
Figura 1 - Andamento longitudinale del viadotto oggetto di studio.
Il trasferimento trasversale dei carichi è inoltre assicurato da traversi aventi le seguenti caratteristiche:
Figura 2 – Sezione trasversale dell’impalcato in corrispondenza di un tipico traverso reticolare e di un traverso in corrispondenza delle spalle o di una pila intermedia.
I seguenti paragrafi illustrano il modello ad elementi finiti utilizzato per l’analisi della struttura in condizioni di sisma. La seguente figura illustra alcune viste del modello sopra descritto.
Figura 3 - Alcune viste prospettiche del modello globale ad elementi finiti utilizzato per l'analisi dinamica dell'opera.
Il codice di calcolo utilizzato è Straus7 Release 2.4, prodotto dalla Strand7 Pty Ltd, Sydney Australia. E’ a disposizione degli utenti del software un documento chiamato “Verification Manual” che ne dimostra il comportamento in relazione a riconosciuti Benchmarks di funzionamento. Oltre a ciò, sono stati condotti dei test di funzionamento e comparazione al fine di validare i risultati ottenuti.
Le seguenti formulazioni sono state utilizzate per la discretizzazione dell’impalcato: Elementi monodimensionali di tipo Beam sono stati utilizzati per la schematizzazione delle travi longitudinali, dei traversi reticolari tipici e dei traversi di pila e spalla. La seguente figura illustra una vista degli elementi Beam costituenti il modello di analisi.
Figura 4 - Vista prospettica degli elementi Beam che costituiscono il modello dell'impalcato.
Elementi Bidimensionali di tipo Plate sono stati utilizzati per la discretizzazione della soletta collaborante in c.a.
Figura 5 - Vista prospettica degli elementi Plate che costituiscono il modello dell'impalcato.
Elementi monodimensionali di tipo “Spring/Damper” (molla/smorzatore) sono stati utilizzati per la schematizzazione dei dispositivi antisismici di cui l’opera è dotata. Le caratteristiche non lineari o viscose di tali dispositivi possono essere infatti inserite direttamente, attraverso opportune tabelle di comportamento.
Figura 6 - Schematizzazione del ritegno trasversale antisismico tipo OVE.
Formulazioni di tipo Link (constraints) sono state utilizzate per la modellazione di tutte le eccentricità di collegamento tra elementi finiti schematizzati attraverso il loro piano medio ovvero il loro asse baricentrico.
Figura 7 - Ubicazione e principale utilizzo delle formulazioni link (constraints).
I seguenti paragrafi illustrano le condizioni elementari utilizzate ed il relativo contributo in termini di massa.
Le seguenti condizioni di carico sono state considerate nella presente analisi:
Tabella 1 - Computo dei carichi e sovraccarichi permanenti considerati nell'analisi.
Al fine di determinare i gruppi di accelerogrammi da utilizzare come forzante per le analisi sismiche, è opportuno definire in via preliminare gli spettri elastici di riferimento.
I parametri utili al fine di determinare tali andamenti sono i seguenti:
Figura 8 - Spettro elastico relativo alla componente orizzontale dell'azione sismica.
La zona sismica di appartenenza (Zona II) impone inoltre che venga tenuta in conto la componente verticale dell’azione sismica, la cui curva spettrale viene di seguito riportata.
Figura 9 - Spettro elastico relativo alla componente orizzontale dell'azione sismica.
Curve accelerometriche compatibili con gli spettri elastici riportati nella precedente sezione, sono state calcolate utilizzando il programma SIMQKE in modo tale che le corrispondenti ordinate spettrali differiscano in modo soddisfacente rispetto a quelle elastiche corrispondenti. Sono stati scelti quindi 3 accelerogrammi spettrocompatibili per la componente orizzontale dell’azione sismica e tre per quella verticale. La durata di tutti gli andamenti temporali utilizzati risulta pari a 25.0 s, in accordo con le indicazioni della normativa di riferimento.
Le seguenti figure illustrano gli accelerogrammi utilizzati per le direzioni orizzontali dell’azione sismica.
Figura 10 - Accelerogramma orizzontale spettrocompatibile numero 1.
Figura 11 - Accelerogramma orizzontale spettrocompatibile numero 2.
Figura 12 - Accelerogramma orizzontale spettrocompatibile numero 3.
Le seguenti figure illustrano gli accelerogrammi utilizzati per la direzione vericale dell’azione sismica.
Figura 13 - Accelerogramma verticale spettrocompatibile numero 1.
Figura 14 - Accelerogramma verticale spettrocompatibile numero 2.
Figura 15 - Accelerogramma verticale spettrocompatibile numero 3.
In relazione a quanto indicato nella sezione §5.4 della normativa di riferimento, sono stati considerati come partecipanti durante il sisma solo i carichi permanenti dell’impalcato con una partecipazione pari a 100%.
Le pile intermedie non sono state tenute in conto nella presente modellazione in relazione alle loro dimensioni, rigidezza e massa. Il campo di frequenze delle pile risulta infatti significativamente più rigido (maggiori frequenze fondamentali) di quello dell’impalcato, decretando in tal modo il disaccoppiamento dei due sistemi.
Le condizioni di vincolo utilizzate tengono in conto il comportamento dell’opera sia per condizioni statiche che dinamiche. In particolare le seguenti condizioni di vincolo sono state specificate:
I seguenti paragrafi illustrano la distribuzione dei vincoli applicati a ciascuna condizione.
La distribuzione dei vincoli in esercizio risulta utile al fine di determinare le condizioni statiche di partenza che tengano in conto delle fasi costruttive dell’opera. La seguente figura illustra le condizioni di vincolo esterno considerate.
Figura 16 - Distribuzione dei vincoli per le condizioni di esercizio.
Figura 17 - Vincoli ausiliari di montaggio per le travi metalliche di impalcato.
Le condizioni di vincolo applicate al modello durante l’analisi dinamica non lineare sono le seguenti:
Figura 18 – Condizioni di vincolo applicate all’impalcato del viadotto V6 Battipaglia.
Le elevate forze prodotte dal sisma vengono mitigate mediante l’utilizzo di dispositivi sismici dedicati. I seguenti paragrafi illustrano la disposizione geometrica di tali dispositivi unitamente alle modalità di inserimento nel modello di calcolo.
La seguente figura illustra il posizionamento di tali dispositivi in corrispondenza dei traversi di pila e spalla.
Figura 19 - Ubicazione del dispositivo antisismico serie OVE -OVE* sui traversi di pila o spalla.
Figura 20 - Curva forza-velocità utilizzata per l'inserimento del comportamento viscoso del dissipatore serie OVE -OVE*.
Da un punto di vista meccanico tali dispositivi possono essere rappresentati come una combinazione in parallelo di:
La seguente figura illustra il posizionamento di tali dispositivi in corrispondenza di uno dei traversi di pila.
Figura 21 - Ubicazione del dispositivo antisismico serie OP -OTP sui traversi di pila.
Figura 22 - Curva forza-velocità utilizzata per l'inserimento del comportamento viscoso del dissipatore serie OP-OTP.
Da un punto di vista meccanico tali dispositivi possono essere rappresentati come:
La problematica strutturale affrontata coinvolge molte tipologie di analisi, fra cui:
In relazione all'ottenimento della corretta distribuzione tensionali dovuta ai carichi permanenti, è stato necessario simulare le fasi costruttive del ponte in struttura mista acciaio calcestruzzo.
In primo luogo, descriviamo ciascuna delle condizioni elementari di carico e come esse sono state tenute in conto per la simulazione delle fasi di costruzione dell'opera.
Tramite la definizione di opportuni gruppi è possibile attivare o disattivare parti della struttura durante l'analisi non lineare. La seguente figura illustra la definizione delle fasi costruttive nella finestra di dialogo global/stages.
Figura 23 - Definizione delle fasi costruttive in Global/Stages.
Le seguenti fasi sono state considerate al fine di determinare la corretta distribuzionen tensionale di breve termine:
Si noti che l'opzione Morphing e Move Fixed Nodes è stata attivata per le fasi II e III. Le parti del modello attivate in queste fasi verranno quindi adattate sul resto del modello con deformazioni e tensioni nulle.
La seguente tabella illustra gli incrementi di carico utilizzati nelle rispettive fasi per l'analisi non lineare.
Tabella 2 - Definizione degli incrementi di carico nelle varie fasi simulate.
Si noti che la non linearità per materiale deve essere inclusa anche nelle analisi statiche o quasi-statiche preliminari, al fine di poterle successivamente utilizzare come condizioni iniziali per la dinamica non lineare. I dispositivi antisismici richiedono infatti che tale tipologia di non linearità sia attiva per interpretare correttamente le tabelle specificate in termini di forza-spostamento o forza-velocità.
Le seguenti immagini illustrano gli andamenti tensionali normali (Beams) e nella direzione longitudinale dell'opera (Plates) sia per la soletta di calcestruzzo che per le travi metalliche, per i quattro incrementi di carico sopra descritti.
Figura 24 - Risultato tensionale relativo all'analisi non lineare statica - Incremento 1
Figura 25 - Risultato tensionale relativo all'analisi non lineare statica - Incremento 2
Figura 26 - Risultato tensionale relativo all'analisi non lineare statica - Incremento 3 e 4
Dalle immagini sopra riportate si nota come non vi è cambiamento di stato tensionali sulle travi principali dall'Incremento 1 al 2, in quanto il peso della soletta è già portato dalle travi metalliche. Non vi è inoltre alcun cambiamento tra l'incremento 3 ed il 4 in quanto viene cambiata unicamente la condizione esterna di vincolo e vengono aggiunti, con l'opzione Morphing i dispositivi dissopatori antisismici.
Gli effetti di migrazione tensionale nell'impalcato in struttura mista acciaio-calcestruzzo possono essere inoltre presi in considerazione tramite l'esecuzione di un'analisi quasi-statica (nel dominio del tempo ma senza gli effetti inerziali propri della dinamica) associando alla soletta un modello opportuno per la descrizione delle viscosità e del ritiro.
La seguente figura illustra la finestra di dialogo utilizzata per l'impostazione delle caratteristiche di viscosità e ritiro della soletta in calcestruzzo armato.
Figura 27 - Finestra di dialogo ed impostazioni relative alle proprietà di viscosità e ritiro.
Le analisi sismiche eseguite con metodologia dinamica non lineare sono sicuramente tra le più complesse in relazione all’elevato numero di parametri che occorre definire. Per un maggiore controllo in fase di soluzione sono state condotte le seguenti analisi di prova:
In particolare il primo tipo di analisi fornisce dei valori limite di reazione vincolare utili in fase di analisi dei risultati. Si ricorda che tale tipologia di analisi lineare non coglie il comportamento asintottico a forza costante per velocità crescenti dei dispositivi serie OVE trasversali. Risulta inoltre non possibile tenere in conto dei dissipatori longitudinali viscosi che non possiedono rigidezza elastica.
Nel secondo tipo di analisi si applica una rampa accelerativa imponendo uno smorzamento supercritico e si misura la reazione vincolare a regime per conoscere la massa realmente movimentata. La seguente figura illustra un esempio di rampa in accelerazione.
Figura 28 - Andamento temporale della rampa accelerativa utilizzata nelle analisi di controllo.