Articolo HSH pubblicato sul n.ro 1 della rivista Costruzioni Metalliche 1995
(estratto - gli interessati possono ricevere l'articolo
completo di formule e figure)
LINEE EVOLUTIVE DEI PROGRAMMI DI CALCOLO AUTOMATICO: LA SOLUZIONE OFFERTA DA STRAUS
UN SISTEMA FEM INNOVATIVO PER RISOLVERE I PROBLEMI DI CALCOLO STRUTTURALE CON I
PERSONAL COMPUTER DI ULTIMA GENERAZIONE 486 E PENTIUM.
1. INTRODUZIONE.
I programmi - e le relative procedure - per il cosiddetto calcolo automatico delle strutture, possono essere
posti in tre categorie fondamentali:
a) programmi di carattere generale, più frequentemente basati sul metodo degli elementi finiti,
in cui spetta all'utilizzatore la definizione del modello di calcolo, avendo, per contro, piena libertà nel caratterizzare
autonomamente il problema;
b) programmi specializzati ad applicazioni particolari, o dedicati ad integrazioni con date normative,
destinati a completare il calcolo in alcuni dei suoi dettagli;
c) programmi adatti al disegno delle strutture.
Vi sono, poi, ambienti più o meno evoluti ed affidabili, in cui sono tentate integrazioni tra tutte e
tre le categorie di applicazioni.
Senza voler qui entrare nel merito dei programmi appartenenti alle categorie b) e c) si osserva però
che, per la stessa individualità del processo progettuale, questi dovrebbero essere semmai oggetto
di implementazione diretta da parte degli utilizzatori, più che prodotti per la circolazione nel mercato del
software. E' infatti inimmaginabile, almeno astrattamente, che possano essere offerte soluzioni precostituite
di carattere generale per applicazioni che sono necessariamente legate a concezioni e sensibilità
strutturale del tutto personali. In questo campo l'approccio corretto dovrebbe essere quello del sistema
esperto o dei tools generali dedicati a facilitare implementazioni che siano svolte dall'utente stesso.
Purtroppo questo atteggiamento è reso difficile da un mercato diseducato, che crea attese spesso
fuorvianti.
Per quanto riguarda, invece, la categoria dei programmi generali - cui STRAUS, qui presentato, appartiene
- si possono notare le seguenti diverse tendenze.
a) Mantenere ed aggiornare codici completi e ben consolidati, presenti sul mercato sin dalle origini
delle applicazioni automatiche.
Si tratta di codici ad elementi finiti quali NASTRAN, ANSYS, ADINA, ABAQUS, SESAM, NISA,
SYSTUS, e similari. Essi sono destinati ad un impiego specialistico, in un ambiente avanzato sia quanto a
disponibilità di risorse hardware, che di competenze specifiche.
La struttura di questi sistemi è complessa, spesso molto rigida - e, quindi, ben difficile
da modificare, specie nelle parti relative alla concezione originale del metodo, e quindi più vecchie,
ramificata verso particolarizzazioni di cui non è facile appropriarsi.
Per contro l'utilizzatore esperto ha la massima ampiezza possibile per le sue applicazioni e per
adattare i modelli alla sua concezione strutturale.
b) Produrre versioni ridotte dei sistemi maggiori per un utilizzo diffuso, prevalentemente su personal
computer. La tendenza, dettata sia dall'interesse per il mercato del personal computer, che dalla volontà
di non disperdere metodi e conoscenze già consolidati, porta spesso a sistemi da utilizzare con
attenzione. Può far da riferimento, per tutti, la famiglia dei codici SAP: certamente valida all'origine
(1972), essenziale e ben studiata negli algoritmi di manipolazione delle matrici, può ancora oggi
essere la
traccia per discutere, specialmente a livello didattico, di questi metodi.
Nelle implementazioni commerciali, però, non è stata introdotta, dalle origini,
nessuna novità che aggiornasse la struttura di base del sistema: i vari prodotti proposti sono solo
degli ingentilimenti del codice, che cercano di adattarsi, nella forma, alle tendenze del mercato.
La sostanza rimane povera ed inadeguata, rispetto ai progressi fatti anche nella formulazione del
metodo.
c) Ricercare vie nuove. Questa strada, che va delineandosi a seguito di scelte maturate
prevalentemente negli Stati Uniti, è probabilmente, alla lunga, vincente. Pone però la necessità
di affermare la confidenza nell'utilizzo di strumenti nuovi, non facile in ambienti culturalmente non sempre
aggiornati e diversamente evoluti. Di questi prodotti, quello emergente, per il settore ad esempio della
meccanica, MECH/STRUCTURE sostenuto da RASNA.
d) Implementare formulazioni nuove di metodi consolidati. Questa scelta, seguita ad esempio
nel codice STRAUS qui presentato, è sicuramente la più attraente nella situazione attuale,
ed adatta a qualsiasi tipo di utilizzazione (sistematica o saltuaria, elementare o molto avanzata, professionale o di ricerca, o, infine, destinata alla didattica).
Sono, infatti, mantenute le impostazioni tradizionali (elementi finiti), utilizzandone però
la formulazione più recente e le tecniche informatiche più efficienti, quali le interfacce
grafiche di ultima generazione, etc.
2. DESCRIZIONE DEL SISTEMA STRAUS.
STRAUS, sostenuto in Italia dalla HSH di Padova, è un programma ad elementi finiti di ultima
generazione, nato per l'implementazione su Personal Computer. Non si tratta del solito aggiornamento di
un sistema di calcolo già esistente - come sono invece molte delle soluzioni proposte dal mercato,
che tendono a mascherare, sotto facciate di semplice arricchimento formale ed operativo softwares
"vecchi" quanto a concezione ed implementazione - ma di una formulazione nuova che ripropone un
metodo ben collaudato ed ormai affermato nella cultura tecnica, quello degli elementi finiti, nella forma
di uno strumento di analisi attuale, alla frontiera della tecnologia specifica, dotato degli algoritmi più
recenti, molto ricco di funzionalità dedicate ai campi applicativi più vari, con un'interfaccia
utente effettivamente al passo con i tempi, integrato con i sistemi CAD più diffusi. Ed HSH lo
propone con un corredo di documentazione in lingua italiana che mette l'utilizzatore in condizione di
svolgere con sicurezza anche le applicazioni più complesse. Se questo non bastasse, l'assistenza
di specialisti e, soprattutto, le iniziative di promozione culturale dello strumento di analisi - iniziative
partecipate dagli stessi utenti, molto attivi all'interno dello USER'S GROUP nazionale - garantiscono
l'affidabilità e la qualità del sistema.
Il metodo degli elementi finiti ha radici che, rispetto alla velocità di sviluppo dell'informatica,
affondano in tempi molto lontani . L'idea di base è piuttosto semplice: ridurre il continuo da
analizzare a sottodomini adeguatamente piccoli in cui assumere un'espressione arbitraria della funzione
incognita, condizionata, però, a soddisfare la congruenza interelementare e l'equilibrio globale
(in genere nel senso del principio dei lavori virtuali). Le funzioni arbitrarie impiegate sono pressochè
esclusivamente polinomi di grado basso (primo o secondo grado, molto raramente terzo grado). Questo
principio è elementare ma ha in sè notevolissime potenzialità se riferito a capacità
di calcolo che possano manipolare con facilità sistemi ad elevato numero di equazioni: e queste
capacità di calcolo sono oggi alla portata di tutti, a costi irrilevanti rispetto all'operatività
di un progettista.
Occorre però che il software che implementa il metodo sia aggiornato: non basta che l'aspetto
esteriore soddisfi le mode od i requisiti che, a torto od a ragione, l'informatica moderna ci ha abituato
a pretendere; occorre che anche il cuore del sistema provenga da una riformulazione adeguata. A parere
degli scriventi STRAUS è probabilmente l'applicativo FEM più promettente, specialmente
se confrontato con le esigenze dell'analisi quotidiana in ambienti di progettazione strutturale e meccanica.
La biblioteca di elementi finiti è molto ricca: vi si trovano, oltre agli elementi trave, lastra, piastra,
guscio, membrana, solidi tridimensionali, elementi con possibilità applicative particolari quali funi,
elementi gap a comportamento elasto-plastico od adatti a simulare materiali a comportamento fragile,
elementi capaci di simulare piastre e gusci in composito laminato, e così via. E' molto valida la
manipolazione di questi elementi. Ad esempio, per gli elementi trave, oltre a disporre di biblioteche
parametrizzate di sezioni e cataloghi standard, possono essere descritte sezioni di forma qualsiasi
con bordi costituiti anche da linee curve; combinando, inoltre, funzionalità capaci di esprimere
l'eccentricità del centro di taglio, o del baricentro, con elementi elasto-plastici si può
descrivere, con modelli a norma o modelli decisi dall'utilizzatore, il comportamento a collasso di una
struttura intelaiata spaziale. Analoga efficienza si ha nella definizione delle condizioni di carico
(specie di carichi locali, o con configurazione particolare, eventualmente dipendente dal moto),
delle condizioni al contorno, delle dipendenze funzionali tra i gradi di libertà del sistema (ben più
potenti e facili da manovrare dei noti legami "master-slave"). Funzionalità particolari assicurano,
ad esempio, la combinazione tra elementi non-compatibili, l'eliminazione dei gradi di libertà
spuri in modelli diversamente labili, la riduzione-correzione della mesh in presenza di punti troppo
vicini tra loro, e simili.
Il primo impatto, per l'utilizzatore, è dato dall'interfaccia grafica: la generazione e manipolazione
del modello è resa elementare e risulta efficiente anche negli ambienti di applicazione più
avanzati (si pensi alla compatibilità con altri ambienti FEM quali MSC NASTRAN, o alla presenza
di traduttori per modelli CAD quali AutoCAD o sistemi a standard IGES). Vi è un'integrazione naturale,
e non forzata ad aderire a procedure rigide, tra tutti gli strumenti disponibili: dall'editor on-line, all'editor
grafico, ai generatori automatici di mesh, alle interfacce FEM e CAD, funzionalità
che possono essere combinate in piena libertà.
Dove si ha, poi, l'impressione di trovarsi di fronte ad uno strumento effettivamente completo e potente,
è quando si passa all'analisi. Si possono svolgere, oltre alle più tradizionali analisi della
risposta statica, analisi di tipo modale, analisi dinamiche nel dominio delle frequenze (risposte armoniche),
analisi di buckling (tenendo conto di eventuali stati di coazione, anche termica), analisi termomeccaniche,
analisi di trasporto del calore. L'impostazione può essere lineare e non-lineare, ed, in quest'ultimo
caso, includere non-linearità per materiale, o di tipo geometrico, anche riferite alle condizioni al
contorno . In campo dinamico l'analisi può essere svolta, anche in condizioni non lineari, nel
dominio del tempo, e, quindi, studiando i transitori. Con la stessa facilità possono essere
affrontati problemi di campo, quali i moti di filtrazione, il moto dei fluidi a potenziale, la conduzione
elettrica, la diffusione dei gas, ed, ancora, problemi di elettrostatica, di lubrificazione, etc.
Quando, infine, svolta l'analisi la si vuole documentare, e si vuole comprendere la qualità
dello studio portato a termine ed il suo significato rispetto al problema strutturale affrontato, si può
ben apprezzare la ricchezza e l'efficienza dei post-processori. Oltre a forme di documentazione standard
dei risultati (listati e diagrammi) - la cui libertà di utilizzo è, però, amplissima, con la
possibilità di personalizzare a piacere le relazioni di calcolo - è disponibile una varietà
di rappresentazioni grafiche sintetiche: viste in contour cromatici o wireframe con rappresentazione sulla
struttura deformata od indeformata delle grandezze calcolate (spostamenti, tensioni, etc, persino all'interno
delle sezioni descritte in forma monodimensionale!); diagrammi dei parametri della sollecitazione;
rappresentazione, con vettori intensità, di variabili meccaniche o di campo; e simili. Infine - e con
caratteristiche assolutamente uniche in questo tipo di softwares - le viste con animazione dei risultati del
problema permettono una comprensione estremamente chiara dello stesso: non si tratta, solamente, di
dare una rappresentazione animata ad esempio delle forme di vibrazione propria di una struttura, ma di
vedere anche il progredire dello stato di tensione (in una rappresentazione a campo) con il crescere della
sollecitazione, o di seguire la deformazione di una struttura in un problema di grandi spostamenti.
Se a tutto questo si accompagna una diagnostica adeguata ed una documentazione veramente completa ,
sia sotto il profilo dei metodi, che degli accorgimenti applicativi degli stessi, si può ben dire che lo
strumento di analisi consegue, come forse nessun altro a questo livello, l'obiettivo di mettere effettivamente
nelle mani del progettista tutta la potenza di un metodo cui si lega oggi - e da cui dipenderà
molto nel futuro - l'individuazione di scelte progettuali ottimali, e la loro documentazione.
3. STRAUS NEL CALCOLO DELLE STRUTTURE METALLICHE.
Facendo riferimento alle applicazioni che possono essere di maggiore interesse riguardo le strutture
metalliche, già nella fase di generazione del modello si possono osservare molte funzionalità
efficienti e dedicate.
Tra queste, ad esempio, la disponibilità di cataloghi di sezioni con informazioni geometriche
comprensive di dati quali la posizione del centro di taglio o eccentricità di montaggio; informazioni
che il programma calcola anche direttamente nel caso in cui la sezione sia descritta mediante la sua
geometria (figure 1,2,3). Si ottengono così rese realistiche del modello, non più ridotto alla
sola linea d'asse degli elementi che lo costituiscono (figure 4,5).
Altre funzioni di utilità garantiscono invece, in fase di post-processamento dei risultati, una buona
e sintetica documentazione grafica del calcolo svolto (figure 6,7), includendo la possibilità di
animare le deformate ed aggiornando contemporaneamente la rappresentazione per contour di tensioni,
deformazioni ed altre grandezze di interesse.
La potenzialità del programma sta però nella completezza dei tipi di analisi possibili che
vanno dall'analisi statica lineare all'analisi modale, dall'analisi della risposta dinamica, sia nel dominio
del tempo che delle frequenze, allo studio di stabilità, all'analisi della risposta non-lineare
(geometrica, per materiale e per condizione al contorno), infine della risposta termica e termomeccanica.
Tutte queste analisi sono estese sia alle strutture composte di aste, che a sistemi complessi in cui siano
variamente combinati elementi finiti mono-bi e tridimensionali (figure 8,9,10,11).
Possono essere infine descritti comportamenti complessi, non riproducibili in modelli sintetici,
utilizzando combinazioni di funzionalit… particolari del sistema. Accoppiando per esempio elementi gap
(figura 12 e 13) con leggi di dipendenza funzionale legate alla posizione reciproca degli stessi, può
essere simulata la formazione di meccanismi di collasso in strutture tridimensionali.
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Fig.1 - Calcolo delle proprietà geometriche di una sezione
generica e inserimento a catalogo delle stesse.
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Fig. 2. Qualificazione di sagome precostituite con calcolo di parametri quali
la posizione del centro di taglio. |
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Fig. 3. Esplorazione di un catalogo di sezioni. |
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Fig. 4. La resa realistica è ottenuta dal modello wireframe con un solo comando,
purchè ad ogni asta sia associata una sezione definita geometricamente, inclusi offset nodali e
disassamenti. |
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Fig. 5. Elementi quali quelli corrispondenti alle pareti di controventamento
di un edificio possono essere schermatizzati sia mediante opportune suddivisioni in elementi finiti, che
come aste equivalenti, purchè si scelga un sistema di dipendenze funzionali che garantiscano la
veridicità del modello. |
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Fig. 6. Struttura reticolare spaziale. Nella stessa schermata possono
essere evidenziate la configurazione deformata (con uso del colore per facilitare la lettura degli
spostamenti) e lo stato tensionale, asta per asta, con distribuzione delle tensioni all'interno di sezioni
predefinite. |
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Fig. 7. Struttura piana intelaiata, Nella finestra principale è diagrammato
l'andamento del momento flettente. Per l'asta selezionata (interattivamente), nel riquadro di destra, sono
dati i valori della tensione longitudinale in una serie di sezioni prescelte. |
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Fig. 8a,b. Per le travi composte i vari fenomeni di instabilità
risultano bene evidenti e tutti considerati, all'interno di un modello adeguato, sviluppato con elementi
guscio. Nella figura 8a, ad esempio, risulta evidente e documentato lo svergolamento dell'ala compressa,
sia nella forma instabile fondamentale che nella seconda forma. Nella figura 8b, invece, il colore, oltre
che la vista deformata, evidenzia la formazione di lobi di imbozzamento |
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Fig. 9. Analisi della resistenza al fuoco di una colonna di acciaio (HEB)
protetta con un getto di calcestruzzo. Nella figura è rappresentato l'andamento del flusso termico
misurato come radice quadrata della somma dei quadrati dei diversi contributi. |
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Fig. 10. Studio di una trave di funi. La sequenza di assegnazione dei dati
prevede lo schema della struttura a riposo, l'applicazione della presollecitazione con la determinazione
della conseguente configurazione di equilibrio, e successiva applicazione dei carichi. I problemi legati
all'ipostaticità della struttura sono superati automaticamente. |
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Fig. 11a,b. Analisi della risposta statica di un serbatoio. Nel modello (a)
sono combinati elementi incompatibili quali gusci e travi. Il programma ne garatisce la gestibilità
operativa, pur non potendone evitare le incongruenze. La rappresentazione dei risultati (b) documenta
in modo soddisfacente la localizzazione delle tensioni nei punti di attacco delle strutture di supporto e
l'azione di cerchiatura svolta dagli irrigidimenti circonferenziali. |
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Fig, 12. Simulazione del comportamento non lineare all'attacco della
colonna con la fondazione. Il codice gestisce agevolmente un numero elevato di elementi "gap".
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Fig. 13. Problema non lineare adatto alla valutazione delle prestazioni
del codice. La trave al di sopra della fenditura è deformata fino a venire a contatto con la struttura
continua inferiore, cui trasferisce le sollecitazioni all'aumentare del carico.
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Fig. 14. Studio del comportamento di un'antenna strallata: risposta non
lineare sino al raggiungimento del carico critico; ripresa di rigidezza in fase post-critica. |
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