Se si guarda indietro ai primi anni 80, si può ben dire che l’informatica – congiuntamente alle tecnologie per la progettazione automatica - abbiano realizzato quello che allora forse non era nemmeno stato intravisto come sogno. Eppure, già a quel tempo, la comparsa dei primi personal computer apriva prospettive molto promettenti sia sul piano delle metodologie che su quello dell’ impatto nella pratica quotidiana della progettazione. E’ curioso ed utile rileggere pubblicazioni dei primi anni 80 per rendersi conto che idee ed orientamenti – già comunque ben configurati nelle basi teorico-numeriche – hanno avuto un’evoluzione tale che, da un lato l’operare del professionista ne risulta oggi caratterizzato in modo radicalmente nuovo, e dall’altro, con ben maggiore rilevanza, sono stati abbattuti molti dei condizionamenti pratici all’ingegno dell’architetto e del designer.




Strutture ardite, la cui complessità di forma, snellezza, smaterializzazione e dispersione strutturale dell’ossatura resistente rendeva, nel passato, pressoché impraticabile la realizzazione - per i limiti nel calcolo, e, quindi, nelle conoscenze necessarie a garantirne il corretto dimensionamento, montaggio e monitoraggio - sono oggi possibili.







Si può anzi dire che il modello al computer, utilizzato in modo professionale ed intelligente, può fornire all’architetto elementi per rendere perfette quelle stesse forme, animando il tratto ispiratore con quanto in natura vi possa corrispondere al meglio dal punto di vista della resistenza e della deformabilità.






Il modello diventa, allora, linguaggio stesso del progettare, e, per giunta, linguaggio comune e comprensibile per tutte le figure professionali coinvolte: dall’architetto, all’ingegnere, ai tecnici operativi, al realizzatore dell’opera. Il modello, attraverso Internet, può essere la chiave della progettazione condivisa a distanza come si prefigurava già nel 1983 ma con costi e accessibilità ben diversi da oggi, anche sotto il profilo della sua razionalizzazione.






Il modello, infine e comunque, è incomparabilmente più celere e ricco di informazioni di qualsiasi altra forma sperimentale a supporto della decisione tecnica.






Si torni, allora, ancora agli albori del personal computer: a quei tempi si poteva ancora sostenere coscientemente che bastassero al progettista carta, penna e regolo. Oggi questo non è vero, nemmeno nei contributi elementari al processo progettuale.






Quando comparvero le prime automobili, molti sostennero che esse mai avrebbero sostituito il cavallo. Oggi sembra non ci sia dubbio, e l’automobile ha cambiato il mondo.






E l’evoluzione dell’informatica e delle tecnologie per la progettazione automatica, è, per sua natura, molto più celere e dirompente dell’evoluzione della meccanica.





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