HSH STRAUS

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DESCRIZIONE DEL CODICE STRAUS-6

  1. BIBLIOTECA DEGLI ELEMENTI FINITI
  2. GRADI DI LIBERTA' - COMPOSIZIONE DEI MODELLI
  3. GENERAZIONE DEI MODELLI
  4. FUNZIONI DI UTILITA'
  5. I SOLUTORI - TIPI DI ANALISI POSSIBILI
  6. IL POST-PROCESSAMENTO - L'ANIMAZIONE DEI RISULTATI
  7. APPLICAZIONI PARTICOLARI - MATERIALI COMPOSITI
  8. LA DIAGNOSTICA
  9. DOCUMENTAZIONE
  10. DISPONIBILITA'
  11. SOMMARIO DEL MANUALE D'USO
  12. BIBLIOGRAFIA
  13. TESTI CONSIGLIATI


DESCRIZIONE:

Programma generale per l'analisi mediante elementi finiti di strutture e continui a comportamento lineare e non lineare, in campo statico, dinamico e termomeccanico. Estensione allo studio di problemi di campo sia in regime stazionario che transitorio (trasporto del calore, fluidodinamica, diffusione dei gas, elettrostatica e magnetostatica). - 02/96
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1. BIBLIOTECA DEGLI ELEMENTI FINITI

1.1 ELEMENTI MONODIMENSIONALI

Sono indicati come elementi tipo "beam". Si tratta di elementi prismatici a sezione del tutto generale, deformabili per solo sforzo assiale (elementi di struttura reticolare) o per sollecitazioni composte di sforzo assiale, flessione, taglio e torsione. L'elemento può essere caratterizzato anche come elemento fune ("cable"), ed impiegato nell'analisi di strutture a comportamento non-lineare per geometria, comprendenti funi; l'assegnazione per via automatica di condizioni di pre-tensione o pre-deformazione risolve in modo brillante i problemi di ipostaticità ricorrenti in strutture di questo tipo. Gli elementi, in relazione al tipo di analisi in cui sono impiegati, possono essere caratterizzati come segue.

1.2. ELEMENTI BIDIMENSIONALI

Sono indicati come elementi tipo "plate", a funzioni di forma lineari (elementi a 3 e 4 nodi) o quadratiche (elementi a 6 ed 8 nodi), adatti allo studio di: Gli elementi, in relazione al tipo di analisi in cui sono impiegati, possono essere caratterizzati come segue:

1.3. ELEMENTI TRIDIMENSIONALI

Sono indicati come elementi tipo "brick", tetraedrali, pentaedrali ed esaedrali, a funzioni di forma lineari (elementi a 4, 6 ed 8 nodi) o quadratiche (elementi a 10, 15 e 20 nodi), o miste lineari-quadratiche (elementi a 16 nodi), integrati numericamente con schema gaussiano, a numero di punti variabile per direzione.

Gli elementi, in relazione al tipo di analisi in cui sono impiegati, possono essere caratterizzati come segue:

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2. GRADI DI LIBERTA' - COMPOSIZIONE DEI MODELLI

Nella composizione dei modelli possono essere:
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3. GENERAZIONE DEI MODELLI

Un modello può essere generato: Viene comunque generato, parallelamente alla definizione del modello, un file con i dati e la procedura seguita (journal file), da sottomettere, parzialmente od integralmente, a successive analisi.

Sono funzioni dell'editor on-line: l'organizzazione dinamica delle tabelle dati, il passaggio da un sistema di coordinate all'altro (cartesiano o polari, globali od in qualsiasi sistema utente, sferiche), l'interrogazione del modello per conoscerne ed aggiornarne le dimensioni correnti, la generazione per ripetizione, la generazione per domini isoparametrici, la riscalatura di parti del modello, l'assegnazione di carichi, condizioni al contorno, condizioni termiche, etc., il settaggio delle variabili di default e dei valori di riferimento.

Sotto l'editor on-line, si dispone anche del controllo del layout dello schermo di visualizzazione dei modelli, con possibilità di fissare le viste, disegnare, ridisegnare, pulire parte o tutto lo schermo, aprire finestre, zoomare, riscalare, traslare i modelli, scomporre e ricomporre i modelli attraverso sottostrutture, selezionare parti per caratteristiche dei materiali, caratteristiche degli elementi, intervalli di numerazione, etc.

Sono funzioni dell'editor grafico: la marcatura di nodi ed attributi del modello (sia strutturali che termici, incluse le condizioni di vincolo interne ed esterne, le proprietà dei materiali, le temperature, le masse, i vincoli multipunto, i carichi); la selezione di parti del modello per sottostrutture, sezioni, box di individuazione, sistemi di disequazioni; la generazione di parti del modello con operazioni di grafica quali intersezioni, raccordi, tracciamenti di archi, curve, segmenti; la distorsione del modello con funzioni di trasferimento, cambio coordinate; la copiatura del modello (e dei suoi attributi), in qualsiasi sistema di coordinate; la proiezione di parti di modello su altre (e, quindi, la ricerca di intersezioni tra superfici spaziali diverse); l'espansione o contrazione di parte del modello; il cambiamento delle orientazioni degli elementi; la suddivisione degli elementi od il cambiamento delle loro funzioni di base; la generazione automatica di zone di transizione; estrusioni di sottosistemi; la definizione di sezioni (di elementi trave), di geometria qualsiasi, di cui calcolare i parametri geometrici e da memorizzare in catalogo.

Il generatore automatico di mesh è caratterizzato da due sottoinsiemi di funzioni: l'uno dedicato alla cosiddetta generazione automatica per zone (con trasformazione isoparametrica gerarchica su sotto-domini); l'altro alla generazione automatica della mesh completa all'interno di una figura di cui sia stato definito il contorno geometrico. L'impiego del generatore automatico è gerarchico: uno schema FEM può essere utilizzato come schema a zone, e così via, sino all'affinamento ed alla precisazione voluta della mesh.

Sono contemporaneamente possibili tutte le operazioni di copia, duplicazione, estrusione (in tutti i sistemi di riferimento globali ed utente), combinazione (con funzioni origine-destinazione di controllo), settaggio di parametri di forma e distorsione. I dati possono essere acquisiti anche da digitizer.

L'importazione/esportazione dei modelli può avvenire: mediante file ASCII, di struttura definita, mediante files di formato DXF (con interpretazione immediata nel senso del modello strutturale), mediante files IGES (con interpretazione immediata nel senso del modello strutturale), mediante files MSC/NASTRAN (sia bulk data deck che case control deck). Le informazioni possono essere manipolate in modo qualsiasi, sia con l'editor grafico che con l'editor on-line.

Un modello può essere generato per parti, utilizzando, per ciascuna di esse, una qualsiasi combinazione dei modi appena descritti.

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4. FUNZIONI DI UTILITA'

Sono funzioni di utilità:
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5. I SOLUTORI - TIPI DI ANALISI POSSIBILI

STRAUS dispone dei seguenti solutori.

5.1 ANALISI STATICA LINEARE

E' determinata la risposta statica lineare del sistema.

Il solutore è del tipo a banda, ed opera sul sistema così come è stato assegnato, o dopo aver eseguito l'ottimizzazione della numerazione (con due algoritmi distinti, secondo opportunità ed a scelta dell'utente) ed un precondizionamento della matrice, a vantaggio della velocità del solutore. Nel corso della soluzione sono rese note le grandezze caratteristiche del processo: in particolare, a valle del procedimento di assemblaggio ed ottimizzazione, viene dichiarata la quantità di RAM necessaria per la soluzione stessa. Tutto il processo è monitorato, consentendo all'utente di sapere come il programma sta lavorando.

Sono aspetti particolari: la possibilità di eliminare, dai carichi nodali cineticamente equivalenti per elementi trave e piastra inflessa, le componenti di momento flettente, che possono portare a risultati distorti nel caso una trave curva sia simulata con tratti di trave rettilinea, od una superficie curva sia approssimata con un insieme di superfici piane. E' controllata inoltre, la soppressione dei gradi di libertà cosiddetti "drilling".

I risultati (la cui disponibilità in una varietà di forme grafiche è descritta più oltre) sono: componenti di spostamento e reazioni ai nodi, tensioni e deformazioni negli elementi, configurazioni deformate.

5.2 CONTROLLO DELL'EQUILIBRIO NODALE

Sono determinati, a valle di un'analisi statica, gli equilibri nodali (la quota di carichi nodali che rimane squilibrata). Il risultato può fornire la stima dell'"errore locale" in soluzione. Se ne può avere la rappresentazione grafica.

5.3 ANALISI MODALE (DETERMINAZIONE DEI MODI PROPRI DI VIBRARE LE RELATIVE FREQUENZE)

Sono determinati autovalori ed autovettori del problema caratteristico generalizzato istituito sulla matrice delle rigidezze e su quella delle masse del sistema.

Sono aspetti particolari della soluzione: la possibilità di includere vincoli multipunto, l'impiego di schemi a masse concentrate o consistenti, la possibilità di includere gli effetti di irrigidimento dovuti allo stato tensionale presente nella struttura, la possibilità di operare uno shift nella base degli autovalori (sia assegnandolo direttamente, che "centrandolo" sull'intervallo di interesse).

Il metodo di soluzione è quello dell'iterazione del sottospazio, con possibilità di controllo su parametri quali la convergenza, il numero massimo di interazioni, la separazione delle autosoluzioni (sequenza di Sturm).

I risultati (frequenze e forme modali) possono essere rappresentati con una varietà di forme grafiche, come più oltre descritto.

5.4 ANALISI SISMICA SECONDO IL METODO DELLO SPETTRO DI RISPOSTA.

A seguito di un'analisi modale, può essere determinata la risposta della struttura ad un'eccitazione sismica descritta mediante uno spettro (di accelerazioni, velocità o spostamenti), applicato simultaneamente ai vincoli, e nelle tre direzioni principali. Possono essere combinati più spettri entro una stessa analisi. Oltre ai risultati relativi a ciascun modo di vibrare incluso nell'analisi (e disponibili nelle forme usuali di spostamenti, reazioni, e stato tensionale), è possibile richiedere la risposta globale, da calcolarsi con gli schemi CQC (Complete Quadrate Combination) o SRSS (Square Root of Sum of Squares)

5.5 TRANSITORIO DINAMICO

E' risolto, per integrazione diretta, il sistema di equazioni differenziali che include la matrice delle masse, quella delle rigidezze e quella degli smorzamenti, rispetto a carichi variabili nel tempo.

Gli algoritmi disponibili sono il metodo di Wilson e quello di Newmark.

Le masse possono essere di tipo concentrato o consistente. Gli smorzamenti viscosi possono essere caratterizzati, attraverso un'opportuna scelta di coefficienti, come smorzamento proporzionale (spettrale) di Rayleigh, in cui la parte proporzionale alle rigidezze cresce con la frequenza, e quella proporzionale agli smorzamenti cala con la frequenza (nel programma, l'evidenza di questi contributi è totale).

Vi è pieno controllo sugli outputs: spostamenti, velocità, accelerazioni, tensioni e deformazioni possono essere differenziati, quanto a memorizzazione (e, per tensioni e deformazioni, ad intervalli di calcolo). Analogamente il carico può essere composto da più tabelle (od equazioni), nella forma voluta.

5.6 ANALISI DELLA RISPOSTA DINAMICA CON IL METODO DELLA SOVRAPPOSIZIONE MODALE

E' determinata la risposta dinamica di una struttura a condizioni variabili nel tempo, utilizzando la sovrapposizione dei modi (ricavati in una precedente analisi modale). Le forzanti possono essere definite in piena libertà, attraverso tabelle di carico in funzione del tempo. Può essere incluso lo smorzamento, secondo lo schema di Rayleigh, o come smorzamento modale, eventualmente differenziato modo per modo. Possono anche essere assegnate condizioni iniziali in termini di spostamenti, velocità ed accelerazioni. Non vi sono limiti al numero di passi di suddivisione dell'intervallo di tempo analizzato. I risultati (spostamenti, velocità, accelerazioni e stato di sollecitazione), sono disponibili come "storia", in successione discreta, sino ad un massimo di cento istanti memorizzati: ovviamente un maggior intervallo di punti di calcolo può essere ottenuto suddividendo l'intervallo temporale studiato in più analisi in caduta.

5.7 RISPOSTA ARMONICA

E' determinata la risposta dinamica stazionaria di una struttura soggetta a carichi espressi in forma armonica (risposta in termini di frequenze, in corrispondenza ad un assegnato angolo di fase dei carichi). Il carico può derivare da una combinazione di carichi, caratterizzati ciascuno da un proprio angolo di fase. Lo smorzamento è di tipo modale (isteretico), costante, cioè, per ciascun autovettore risultante dall'analisi modale.

L'utente assegna sia l'intervallo di frequenze di interesse, che il numero di passi in cui, entro tale intervallo, va ricercata la soluzione.

I risultati possono essere rappresentati con varietà di forme grafiche.

5.8 ANALISI DI BUCKLING

Sono determinati i moltiplicatori critici del carico per instabilità (buckling) come autovalori del problema caratteristico istituito sulla matrice delle rigidezze e su quella delle tensioni iniziali della struttura. Sono determinate anche le corrispondenti configurazioni di collasso.

Il solutore è lo stesso di quello utilizzato per l'analisi della risposta modale della struttura, ed identici sono i parametri di selezione e di controllo della soluzione.

5.9 ANALISI NON-LINEARE

E' determinata la risposta statica non-lineare di una struttura includendo, tra gli effetti non-lineari, sia la cosiddetta non-linearità per materiale, che la non-linearità geometrica (anche rispetto alle condizioni al contorno).

Il procedimento di soluzione è iterativo, con ricostruzione delle matrici ricorrenti secondo uno schema alla Newton-Raphson all'interno di ogni passo (Updated Lagrangian).

La convergenza è controllata sia su norme dei carichi che degli spostamenti. E' molto dettagliata la scelta dell'organizzazione dei risultati da memorizzare.

5.10 ANALISI DELLA RISPOSTA TERMICA

E' determinata la risposta lineare o non-lineare di un campo caratterizzato da trasporto di calore, in regime permanente o transitorio.

Il solutore tratta sia il trasporto di calore per conduzione (in un continuo meccanico-strutturale) che lo scambio termico per convezione ed irraggiamento al contorno di questo.

Oltre alle non-linearità proprie dello scambio termico per irraggiamento, sono trattate le non-linearità legate alle proprietà dei materiali: conduttività, calore specifico, produzione interna di calore, coefficiente di convezione possono variare con la temperatura.

Il procedimento di soluzione, nel caso non-lineare, è di tipo iterativo, con ricostruzione ad ogni passo delle matrici che disciplinano il problema. L'integrazione nel tempo è controllata da un fattore di rilassamento, che permette di qualificare l'algoritmo come: differenze in avanti (schema di Eulero, od esplicito); differenze centrali (schema di Crank-Nicholson); differenze all'indietro (schema implicito - schema di Galerkin).

Vi è pieno controllo sugli outputs; temperature e flussi termici possono essere differenziati, quanto ad intervalli di memorizzazione, processi di check point/restart, e simili. I campi di temperatura possono essere trasmessi ai moduli che presiedono all'analisi strutturale, per svolgere analisi termo-meccaniche. I risultati possono essere rappresentati con una varietà di forme grafiche, inclusa l'animazione.

5.11 PROBLEMI DI CAMPO

Possono essere risolti i problemi di campo che sono disciplinati dall'equazione di Laplace. Tra questi i problemi di:
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6. IL POST-PROCESSAMENTO - L'ANIMAZIONE DEI RISULTATI

La documentazione, la sintesi grafica e gli strumenti di aiuto all'interpretazione dei risultati sono estremamente curati e disponibili in varie forme, sotto controllo interattivo. Possono ottenersi, in particolare:
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7. APPLICAZIONI PARTICOLARI - MATERIALI COMPOSITI

Oltre alle applicazioni ed agli studi descritti ai punti precedenti, è possibile eseguire altri tipi di modelli e di simulazioni. La maggior parte di queste sono implicite nei presupposti del metodo, e possono essere formalizzate dall'utente a propria utilità e memorizzate come procedure corrispondenti da associare, caso per caso, alle proprie analisi. Altre sono sviluppate in modo esplicito all'interno del software.

Tra queste ultime di particolare significato è la specializzazione allo studio dei compositi laminati. Si tratta della possibilità di svolgere, in modo interattivo completo, l'analisi di laminati compositi anche con successione non simmetrica degli strati. Le proprietà ingegneristiche dei laminati (e le relative matrici) sono calcolate sulla base della teoria specifica, generando per ciascuno strato, le matrici relative agli sforzi nel piano e flettenti come corrispondenti a quelle di una piastra anisotropa.

La sequenza degli strati può essere di tipo qualsiasi rispetto al piano medio: è cioè tenuto conto dell'accoppiamento tra componenti membranali e flettenti. L'analisi, oltre che fornire i risultati tipici di modelli di materiale omogeneo, consente di ricavare le mappe dei criteri di collasso (calcolati dal programma come fattori di riserva di resistenza, più realistici), strato per strato. Tra i criteri si citano: il criterio delle tensioni massime, quello delle deformazioni massime, il criterio di Tsai-Hill ed i criteri quadratici di Hoffmann e Tsai-Wu.

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8. LA DIAGNOSTICA

Sono presenti due tipi di diagnostica (disponibili in run-time o, se pertinenti, in file di log): I messaggi di diagnostica sono proposti sia tramite codici di errore, che tramite descrizioni sintetiche. Entrambe rimandano ad un elenco di cause possibili e di interventi consigliati proposto sul manuale di utilizzo.
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9. DOCUMENTAZIONE

Il manuale (circa 700 pagine) è disponibile sia in lingua italiana che in lingua inglese, completo dei riferimenti teorici e bibliografici. E' fornito anche un fascicolo di esempi test svolti.
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10. DISPONIBILITA':

Il programma opera sulle seguenti piattaforme hardware:

Padova, gennaio 1999

Esempi di applicazioni

Applicazioni in ambito civile

diga.gif, edil1.gif, edil3.gif, flexto.gif, modal1.gif, omega.gif, p-este8.gif, safeball.gif, serba2.gif, sigma3.gif, svergola.gif, tegolo3.gif, tegolo8.gif, tenso-5.gif, tenso-8.gif, test-sp5.gif, tirafon.gif, viabukl.gif, capa03.gif, contatto.gif

Applicazioni in ambito meccanico

animate.gif, bullone.gif, calotta.gif, carrozza.gif, gancio.gif, gru.gif, modelx.gif, pala.gif, ruota.gif, ruota1.gif, scambiat.gif, scat-dif.gif, sedia.gif, serba4.gif, telaio.gif, tubo1.gif, tubo2.gif, valvola.gif, valvola1.gif, valvola2.gif, albero.gif, calotta1.gif

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